BAMBINI E RELIGIONE

In due ricerche, a bambini di 5 e 6 anni è stato chiesto di specificare la condizione del protagonista di tre differenti tipi di storie.
Per storie realistiche, tutti i bambini, senza relazione alcuna con la famiglia di provenienza ed il tipo di educazione, hanno affermato che il protagonista è una persona reale.
Per storie di tipo religioso, contenenti eventi ordinariamente impossibile dovuti ad intervento divino, le affermazioni riguardo alla natura dei protagonisti cambiano nettamente in base al grado di esposizione alla religione. Bambini che frequentano la chiesa o scuole parrocchiali, giudicano il protagonista di storie religiose come un personaggio reale, mentre i bambini privi di tale esposizione alla religione, giudicano il protagonista di storie religiose come un personaggio di fantasia.
Inoltre, anche la valutazione del protagonista cambia: per i bambini non religiosi, il protagonista di tali storie fantastiche è anch’esso di fantasia.
I risultati suggeriscono che l’esposizione a idee religiose abbia un forte impatto sulla capacità dei bambini di distinguere,
in generale, la realtà dalla fantasia.
(Fonte:
Corriveau K.H, Chen E.E., Harris P.L., 2015. Judgments about fact and fiction by children from religious and nonreligious backgrounds. Cognitive Science, 39 (2): 353-382.)

Aggiungiamo che, divenuti più grandicelli, nelle scuole si osserva che ragazzi con formazione religiosa incontrano maggiori difficoltà nello studio di varie discipline, rispetto a quelli cresciuti in ambienti non religiosi. In particolare, nel Bconciliare la realtà storico-scientifica con concetti appresi con altre modalità; es.: la storia delle tappe dell’evoluzione umana mal si concilia con la “creazione”, anche se ridimensionata a simbolo o “mito delle origini”; lo stesso vale per lo studio della biologia e più in generale delle discipline scientifiche.

 

Link di riferimento:   http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/cogs.12138/abstract

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